giovedì 23 agosto 2007


Pensieri in libertà.


“ I Passeggeri in arrivo all’aeroporto di fiumicino ultimamente venivano accolti da una donna dal seno prosperoso, con una scollatura che arrivava alla base dello sterno. Appollaiata sul suo cartellone, cercava di attirare l’attenzione dei viaggiatori sui prodotti telecom Italia. [….] Il problema è evidente sia in parlamento sia nei consigli di amministrazione. L’Italia viene prima di Cipro, dell’Egitto e della Corea del Sud tra i 48 paesi esaminati dall’Organizzazione mondiale del lavoro sulla percentuale di donne tra i legislatori, gli alti funzionari e i manager. Secondo l’European professional women’s network, nelle più grandi aziende italiane le donne rappresentano il 2% dei consiglieri di amministrazione, in confronto al 23% della Scandinavia e della Finlandia e al 15% degli Stati Uniti. Forse la nudità il maschilismo e la mancanza di realizzazione professionale sono tutti aspetti di una stessa immagine dell’Italia dura a morire: la mamma governa la casa, ma è confinata in cucina a fare i ravioli mentre le figlie, da cui non ci si aspetta nulla dal punto di vista professionale, cercano il successo attraverso la notorietà e la bellezza.”

Finacials Times



Derisi dalla stampa internazionale, eppure mi chiedo quante donne si siano sentite offese, guardando la pubblicità della Canalis, chinata e protesa con le sue sinuose curve verso lo “spettatore” , mi chiedo poi quante donne invece abbiano pensato “accidenti vorrei proprio essere come lei!” , chissà poi a quante altre sarà balenata l’idea a ridosso delle vacanze di cominciare una dieta flash alla sette chili in sette giorni…eppure all’estero se ne occupano e in Italia tutto ciò non colpisce neanche un po’…

Donne che possono assicurare l’efficacia del finish quantum, donne che svestite assicurano il gusto irresistibile di un gelato, donne che in costume mezze nude affiancano un uomo ben vestito abbronzato e simpatico in un programma tv, ma è davvero questo lo stereotipo di donna in cui crediamo, è davvero questo quello che vogliamo si affermi come standard dominante?

Credo che a questa domanda la risposta sia una sola e all’unisono, anche da chi qualche volta pensa che somigliare alla Canalis le renderebbe la vita più felice: NO!




Questo stereotipo, lo detestiamo, detestiamo l’idea che la donna italiana sia cosce, tette e culo!

Per questo ci vuole una rivolta, una battaglia dal basso che decostruisca costantemente lo standard dominante dettato da questo sistema economico, dove si affermano due modi di essere donna, o casalinga annullata per la famiglia o giovane bella 90, 60, 90 che può raggiungere un successo
self-made proprio sfruttando la propria esteriorità.

Sono due modelli perfetti per fare accettare, consolidare e mettere radici poi all’idea di una donna che per lavorare e affermarsi, in un contesto che non sia né casalingo, né quello della scatola grigia, deve accettare ogni sorta e forma di sfruttamento e compromesso, d’altra parte non si tratta di ruoli che le competono più di tanto… bisogna pur guadagnarsi la propria fetta di spazio, laddove spazio non ce n’è!

Ebbene ripensare all’essere donna a tutto ciò che ruota attorno alla costruzione della nostra identità di genere. Ripensare a cosa vuol dire oggi rivendicare diritti e spazi per le donne, lontani da un femminismo appiattito su ciò che questo stesso sistema ci porta a dibattere.
E’ giunta l’ora di riaprire una dibattito serio, riaprire un discussione scevra di preconcetti, non inquinata da ciò che significava essere donne una volta, da ciò che il mercato vuole che siano le donne oggi.

Irma Caputo, 21enne, studentessa, donna.

1 commento:

Anonimo ha detto...

...tu sei più bella della Canalis....sei più intelligente della Canalis...sei più donna della Canalis...